Corriere dello Spettacolo

Elisa, quando l’eleganza conquista social e fotografia

 

Sui social è seguita da 40mila followers, “ma per me l’etica viene prima di ogni altro elemento” e la sua è una femminilità “elegante e mai volgare, in un momento storico in cui molte vanno in quella direzione”. Insomma, Elisa – 32 anni, dalla Provincia di Bologna – negli anni ha saputo costruire una community che la segue perché è un esempio di donna che ha sempre puntato sui contenuti per farsi conoscere, una donna che spesso ha puntato su un sorriso piuttosto che su centimetri di pelle scoperta. Al giorno d’oggi, la scelta è tutt’altro che scontata. Nel corso degli anni la sua passione per la moda e la fotografia è diventato un elemento da condividere con il suo pubblico, ma quei mondi le hanno soprattutto permesso di conoscere (e forse scoprire) ancor meglio se stessa. In tutte queste esperienze, il filo conduttore è stato la ricerca del bello, il gusto dell’estetica combinata alla praticità e a messaggi positivi.

Riavvolgiamo il nastro. Se dovessi descriverti, chi sei?

Ho conseguito un diploma all’Istituto Agrario, per poi proseguire con studi erboristici all’università. Da quella esperienza mi sono fatta mia il desiderio di aiutare le altre persone a sentirsi bene con loro stesse, la base del messaggio che ancor oggi cerco di promuovere innanzitutto a me stessa e poi agli altri. Quella dell’erboristeria rimarrà sempre una passione ma facendo pratica come commessa ho capito che quella non era la mia strada. Perciò mi sono sperimentata come libera professionista e ho lavorato, essendo sempre stata attratta dall’armonia dei colori e dal bello in senso lato, nell’arredamento di lusso. Ho spaziato dal normale arredo di case, a hotel, a esercizi commerciali fino a curare clienti prestigiosi a Montecarlo e in giro per l’Italia. Lavorando con i colori e giocando con gli abbinamenti, ho unito le mie competenze alla passione per la moda e lo stile, studiando per diventare consulente d’immagine… lavoro che presto inizierò a pubblicizzare anche attraverso il mio social. Parallelamente ho sempre portato avanti varie collaborazioni con varie aziende in ambito commerciale, collaborando con più realtà.

Com’è iniziato il tuo legame con la fotografia?

È iniziato tutto per gioco: un fotografo di moda mi scrisse una decina d’anni fa ritenendomi un “talento naturale” nonostante non avessi mai posato… con lui ancora oggi ci collaboro e sono in ottimi rapporti. Negli anni mi sono divertita a lavorare con più fotografi, sempre che sposassero la mia etica professionale. Adoro la ritrattistica, foto artistiche e particolari che lascino fuoriuscire qualcosa di sé… insomma, l’arte deve trasparire con forza. Scatto foto fashion, sempre per conservare le parti di me private a cui tengo tanto.

Cos’è per te la fotografia?

Posando da anni posso confermare che per me la fotografia rimane arte: amo donarmi all’obiettivo della macchina fotografica per dire qualcosa, per fare arrivare un messaggio; posare è come una recita, interpreti una parte e rendi eterno quel momento. Quando si scatta, non sono più Elisa e basta, sono l’emozione che voglio veicolare. Sono immersa nel contesto. Posso essere chi voglio mentre poso, posso interpretare tutto e niente; ho riscoperto tante parti di me facendo foto, anche sentimenti contrastanti che mai avrei voluto considerare, ma che è stato un bene riscoprire. Ho risolto traumi, mi sono divertita, una volta spente le luci del set sono riuscita a fare introspezione. È un bell’hobby nel quale il mio tempo, e la mia figura, meritano la giusta retribuzione.

Cos’è fondamentale nel tuo rapporto con la fotografia?

Innanzitutto di fondamentale c’è il rapporto col fotografo, che deve condividere la mia visione dell’Arte. In più, come dicevo, la fotografia mi ha permesso di conoscere meglio la mia interiorità. Mi spiace, invece, vedere come spesso le ragazze posino per mera estetica, per esibizionismo sciatto e privo di sostanza, per ricevere un like… appiattendo così la fotografia stessa, risultando banali e incolori.

Non hai mai varcato la porta dello spettacolo: come mai?

Quella vita non fa per me… trovo sia una bellissima gabbia dorata, ma pur sempre gabbia è. Una gabbia dorata in cui per lavorare bisogna scendere a tanti compromessi, e per me la dignità è tutto. Ci tengo alla mia integrità morale e professionale, che sia io in primis a rispettarli, di conseguenza chi si rapporta a me.

Però, quest’estate, hai vissuto un’esperienza in un videoclip…

Proprio così, mi sono sperimentata come protagonista del video musicale “Torno a vivere” cantato da V&D Project nel quale avevo il ruolo di una ragazza che rinasce dopo una situazione sentimentale complessa. Come una farfalla, si scopre una metamorfosi che nel video è simbolicamente rappresentato nel contrasto fra colore e bianco e nero.

Su Instagram sei seguita da 40mila followers: che rapporto hai col mondo social?

Rispondo in latino: odi et amo. Se ben adoperati, sono un ottimo strumento sotto vari punti di vista. Purtroppo spesso vengono utilizzati per mandare messaggi totalmente errati o fuorvianti. Penso siano la realtà 2.0 attraverso cui veicolare il proprio lavoro, io stessa ho imparato come far performare Instagram per una nicchia specifica. Inoltre, li reputo una buona fonte di informazione; ma penso anche che siano una delle più grandi patine e finzioni della nostra attuale società. Personalmente tengo molto al messaggio che arriva all’utente che guarda, che segue il mio social. Cerco di portare più reality possibile in un mondo virtuale spesso fake, condividendo semplicemente qualche frame della mia vita in tutte le sue sfaccettature e cercando di tutelare la mia vita privata. Il feedback più bello è quando vengo notata proprio perchè il mio profilo è semplice. Non ci sono sovrastrutture, nemmeno il trucco!

I tuoi numeri portano dritti ad una parola: influencer…

Mi sono sentita incasellare come “influencer” ma io mi reputo piuttosto una content-creator libera, non vincolata ai brand o terze strutture. Raramente ho collaborato con aziende, mi è capitato di fare alcune pubblicità o ricevere in regalo prodotti, kit, trattamenti per poi se ritenuti validi pubblicizzarli. Per me l’etica è un valore fondamentale: più che promuovere prodotti di dubbio gusto, preferisco utilizzare la mia pagina virtuale per promuovere il mio personale operato, o pezzetti delle mie giornate, con messaggi costruttivi e positive vibes. Il messaggio che racconto è quella di una vita normale, in cui non occorre ostentare nulla, ma proprio per questo fuori dal coro.

A te piace stare al centro dell’attenzione?

Faccio una premessa: non mi reputo una ragazza che ostenta. Mi piace stare al centro dell’attenzione perché trovo sia utile quando si ha un contenuto etico da raccontare, ma dal momento che reputo fondamentale l’importanza di mandare messaggi positivi attraverso il social, nel mio piccolo curo molto la delivery, ciò che è mio interesse che arrivi al follower. Quello che realmente potrei ostentare di materiale, come successi personali e sul lavoro, spesso li tengo per me e li festeggio nel privato con chi merita davvero quel mio momento. Occorre poi essere consapevoli della responsabilità che si ha quando si ha una community così numerosa. Inoltre, sono gelosa del mio privato, non lo mercifico, non lo consegno come carne da macello in pasto agli affamati che stanno a perdere ore sui profili. Sarei la prima carnefice, e la prima vittima.

Che donna sei nel tuo quotidiano?

Amo i dettagli anche nello stile: sin da piccola mi interesso di moda, colori, abbinamenti, design. Per risaltare, la vera particolarità è la semplicità. Non pubblico la borsa firmata, e ne ho tante. Preferisco postarmi sorridente in un video di 4 secondi mentre sono felice, dove mi piace essere, fermare quell’istante. Mi vesto in modo ricercato e chic, come casual e comodo: sono camaleontica, multifaccia, mi plasmo in base all’occasione. Sempre, però, tengo come pilastro l’eleganza, in un momento storico in cui le persone fanno quasi a gara per arrivare alla volgarità. Attraverso il vestirmi e il sentirmi a mio agio nel capo che indosso, ritrovo la mia femminilità e riesco a esprimerla. Per farlo, non serve indossare tacco vertiginoso, calze a rete e minigonna.

Guardiamo al futuro: cosa bolle in pentola?

Sono iperattiva, curiosa, adoro sperimentare. Mi stupisco di quanto posso evolvermi, mutare forma nel giro di pochi anni. Ecco perché desidero realizzarmi appieno e concretizzare nel mondo lavorativo ogni mio progetto… Realizzarmi sul lavoro mi darà l’opportunità di concretizzare il mio lato familiare, dandomi l’opportunità di dare le giuste attenzioni ai miei figli.

Manuele Pereira

 

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CREDITS FOTOGRAFICI
(A)Symmetry Ph.
Roberto Gamberini Ph.
Patrick Morini Ph.
Fabrizio Iccio Arginetti Ph.
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