Corriere dello Spettacolo

Il galeotto tradimento di due amiche in “Tutti tranne lui”

 

La nostra città è attualmente tutta un cantiere con notevoli difficoltà di spostamento per il traffico dei mezzi pubblici e dei veicoli normali a motivo dei restringimenti, delle deviazioni e dei sensi unici alternati provocati dalla necessità di farsi trovare pronti per il “Giubileo della Speranza” che inizierà la notte di Natale con l’apertura della Porta Santa effettuata da Papa Francesco con il battito del palmo delle sue mani benedette sulla porta d’ingresso della Basilica di San Pietro. Alcuni progetti edilizi si farà in tempo a portarli a compimento , mentre altri saranno completati il prossimo anno e costituiranno tutti un arricchimento per la nostra città, come succede per le metropoli scelte come sedi delle Olimpiadi estive od invernali. Vi domanderete allora quando la città respira ed i quiriti possono avere un momento di pace per viverla in tutta la sua meravigliosa fattezza urbanistica in serenità e pace, con relativa tranquillità di movimento, tempi veloci di collegamento ed una certa sicurezza in quanto dagli ultimi indici di rilevamento Roma è risultata l’Urbe più soggetta a sinistri ed investimenti stradali, specie sulle strisce.Una tale questione se l’è posta anche l’attore e commediografo Andrea De Rosa che nel suo ultimo lavoro, basato sull’amicizia, la ricerca di un’amante e partner sensuale, la vivibilità della città,s’è risposto che solo in agosto la nostra cara ed amata città d’origine si svuota ed è difficile reperire negozi aperti, tranne i discount e grandi magazzini,nonché compagni d’avventura con cui fare passeggiate, parlare confidenzialmente ed organizzare qualche cenetta intima sulle mansarde od i balconi della propria casa con eccellente vista panoramica. Non è proprio più del tutto vero in realtà in quanto parecchi anche con la canicola agostana sono costretti a restare in città per mancanza di un “budget” da utilizzare per le vacanze oppure in quanto non possono concedersi più d’una settimana di turismo, o per scaglionarsele durante l’anno con più libertà e possibilità di riposo. Protagonista del lavoro teatrale di De Rosa incentrato su queste considerazioni è Danilo che, sospirando per l’amica Beatrice, interpretata da una briosa, vivace e disinibita Chiara Mastalli, le telefona per invitarla ad una “dinner” intima e seducente nelle sue intenzioni, ma lei è già impegnata in quanto deve fare compagnia e uscire con la sua amica Natasha, che è in piena crisi depressiva ed isterica per essere stata lasciata dal suo fidanzato Pancrazio e dunque potrebbe accettare l’invito solo se ci fosse qualcuno da presentare pure a lei. Chi cercare il 13 agosto ? Codesto è l’amletico dilemma di Danilo perché tutti sono fuori Roma e l’unico disponibile è Rossano, che tuttavia è marchiato a fuoco giacché è volgare, trasgressivo, brutale in particolare in preda all’alcol che è il suo piacere preferito. Danilo, incarnato da Renato Solpietro con acutezza d’ingegno e problematica inquietudine, non sa che fare, però poi non resiste alle pulsioni erotiche ed agli istinti sessuali per cui cede alla tentazione e lo chiama,per poi responsabilizzarlo sulle proprie colpe del passato in cui gli ha rovinato 7 incontri galanti, raccomandandogli con il simbolico cartellino giallo verbale di sapersi contenere pena il fatto di rompere del tutto il loro rapporto sodale. Rossano annuisce e si predispone ad agire con raziocinio quando giunge Beatrice e Danilo fa le presentazioni, scoprendo Rossano che il padre di lei dottore gli ha detto che il fegato non soffrirà di cirrosi epatica se si asterrà dagli alcolici con un intervallo di 5 giorni, per cui può prendere anche lui il calice da vino,finché non riconosce Natasha e dato che le piace, non essendo greve, vile e con doppi sensi come sempre,le ricorda il loro primo fortuito incontro in un pub chiedendole di fare quattro passi per discorrere del più e del meno che hanno vissuto nel frangente. Intanto Danilo resta a chiacchierare e circuire Beatrice apprendendo che questa è sentimentalmente già impegnata e con chi ? Naturalmente con Pancrazio che ha soffiato all’amica a sua insaputa e che ora vorrebbe ipocritamente consolare, ma non sempre le “Ciambelle riescono con il buco”, non tutto va come desidereremmo, ricordiamoci Panfilo che abbandonò Fiammetta sedotta impunemente a Napoli ed il fallimento del corteggiamento di Boccaccio che poi la rappresentò come un “Corbaccio” nella sua ultima opera, per cui quando i due Rossano e Natasha risalgono si profila uno schema investigativo e sospettoso ben definito e Rossano propone il “gioco della verità” per constatare se qualcuno non bara , come nel quadro di Caravaggio, ma tutti sono sinceri. Messa alle strette sulla sua onestà intellettuale e condotta etica, Beatrice deve confessare con apprezzabile sincerità che è stata lei a soffiare Pancrazio a Natasha, che già lo sapeva in quanto l’onesto e sensibile galantuomo di Rossano, che provava empatia per Natasha, impersonata dalla fulva, bionda e bella, Celeste Savino, glielo aveva rivelato avendoli visti .Naturalmente la tradita va su tutte le furie, quasi fosse una delle Erinni della tragedia greca,ricordandoci che pure nell’epica medievale era stato trattato lo stesso tema con le figure di Lancillotto infedele verso re Artù, che Paolo e Francesca stavano leggendo nel V Canto dell’Inferno, come di Tristano ed Isotta fedifraghi nei confronti dello zio Marco in Cornovaglia. Natasha se ne va disperata, comunque come recita il proverbio”Chi la fa l’aspetti”, in questi casi è normale che vi sia una ritorsione per onore macchiato verso chi s’è comportato come Caino ed è stato un Giuda traditore per trenta denari, ovvero una relazione adultera ed incentivata solo dall’appetito carnale senza vincoli, quale avrebbe voluto anche Danilo con Beatrice. L’autore svolge questi argomenti chiave con tensione amorosa, impulsi sessuali emergenti e condanna degli amori effimeri,facendo sciogliere l’intricata matassa con un’esplosione di risata tra le due nemiche, dato che Natasha ha soffiato a suo tempo Calcedonio a Beatrice, che qui non reca gioia come l’omonima di Dante ma dolore, delusione e frustrazione. Le due snobbando Danilo se ne vanno a sbollire il loro reciproco rancore , resa la pariglia,come doveva essere all’inizio uscendo insieme,ma forse l’anticonformista Rossano per le sue insospettabili risorse e qualità etiche ha conquistato l’amore puro di Natasha che lo bacia sulle labbra, allorché non ci credeva più. Pure Danilo sembra svegliarsi da un brutto sogno e, come in una circonferenza che si chiude, telefona a Beatrice per dirle di non venire e lasciare tutto come stava, perciò per 80 minuti abbiamo, con saggia allegria ponderata dal discernimento situazionale, letto e ripensato a circostanze della nostra vita in cui possiamo essere stati uno dei personaggi che De Rosa ha delineato e scandagliato con psicologia catartica in nome del vero Amore, che invece è troppo estemporaneo e mutabile di questi tempi. Talora la persona di cui ci fidiamo di meno e valutiamo di rango e principi esistenziali inferiore a noi ci dà una lezione indimenticabile, riuscendo con il sesto senso ad intuire le circostanze in cui si trova coinvolto ed i tipi umani con cui si confronta. Logicamente questo ruolo lo scrittore Andrea De Rosa se l’è ritagliato per sé e l’ha perfettamente espresso con salace interpretrazione nella sua commedia da camera da pranzo o tinello, che viene rovinata dai boccacceschi e roventi, spregiudicati, antefatti con ovvi risentimenti ed acredini interpersonali. La scena da casa borghese nello spazio culturale “Anfitrione” a San Saba gestito dall’encomiabile Sergio Ammirata è stata disegnata da Paolo Rosa.

Giancarlo Lungarini

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