Corriere dello Spettacolo

L’atroce tortura come strumento del consenso in “1984” al Quirino

 

Durante la nostra lunga carriera didattica abbiamo spesso sottolineato nel triennio delle superiori come nella Letteratura Inglese ed Italiana troviamo due importanti capolavori di differente rilevanza argomentativa, ma necessari entrambi all’individuo in sommo grado : il poema immaginifico di Dante per insegnare che dal peccato ci si può sempre redimere e risalire per il perdono divino con il pentimento, che il Padre Celeste non ci nega mai per la sua infinita Misericordia e la Provvidenza espressa dal Manzoni nel suo imponente romanzo didascalico,avendoci creato per Amore; l’altro volume che bisogna tenere a mente è quello profetico dell’albionico George Orwell che , alla fine della seconda guerra mondiale, mentre oggi siamo nel labirinto della terza “ a pezzi” frammentari ,pensò giustamente che si sarebbero formati due blocchi politici contrapposti, come il conflitto di Corea e gli accordi Yalta ci avrebbero poi dimostrato. Da una parte sarebbe sorta la NATO nel 1949 ampliandosi progressivamente e dall’altra il “Patto di Varsavia” a sovranità limitata con i regimi comunisti popolari di natura collettivistica, mentre l’Occidente si sarebbe ispirato al sistema di mercato liberale e di concorrenza capitalistica quale profetizzato da A.Smith nel Settecento. Insomma si confrontavano le teorie dottrinali dei due filosofi dell’Ottocento che riflettevano la prima e la seconda parte del secolo : Heghel vedeva uno Stato che lasciava piena libertà alla persona per l’iniziativa singola e genuina che avrebbe dovuto realizzare la felicità che è oggi uno dei tre pilastri su cui si regge la Costituzione Americana federata e per cui il 5 novembre si voterà, mentre perla propaganda c’è oggi il film su Trump alle sue origini e Musk dona un milione di dollari ad ogni suo elettore e procacciatore di voti degli indecisi ; dall’altro versante si poneva Marx unendo alle sorti scientifiche e progressive l’abolizione delle classi ed un regime dispotico unico, massificato, in cui l’essere umano con il socialismo pragmatico contava solo per il suo contributo all’economia dello Stato che era la struttura portante,cosicché il singolo cittadino non era che una sovrastruttura relativa. Il partito diventa “Il Grande Fratello” incarnato dal “leader massimo” come quelli che in questi giorni sono stati riuniti da Putin a Kazan e che vanno dal presidente Cinese a quello Indiano,della Bielorussia, egiziano Al Sissi con il delitto Reggeni,mancando solo per indisposizione Lula brasiliano ed il piccoletto nord coreano Kim So Joung.La scena iniziale della creazione orwelliana vede l’autore al tavolino comporre nel 1948 l’incipit del libro che immagina svolgersi profeticamente nel 1984 anagrammando la data dei due ultimi numeri in cui suppone che tre grandi Stati siano in guerra tra loro :Oceania,Eurasia ed Estasia che vorrebbero dominare il mondo secondo il concetto dello “spazio vitale” hitleriano; il Nuovo Mondo è controllato dall’assolutismo del partito unico nella stanza claustrofobica 2101 che tutto vede e regola, come nella pellicola del Grande Schermo “Paleokaville”, che si serve di telecamere, microspie. La sua “longa manus” sono la Polizia e le spie prezzolate come durante il Nazifascismo ed il 16 ottobre è ricorso l’ottantunesimo anniversario dell’aggressione al Ghetto di Roma come quella del 7 ottobre dello scorso anno nei Kibuz della Transgiordania con gli ostaggi ancora in mano ad Hamas e la carneficina di ritorsione operata da Nethaniau contestato in patria poiché non risolve la guerra , considerando anche l’uccisione dei “leader” delle forze terroristiche. Non si può autonomamente pensare, leggere e divertirsi in quanto mentalità differenti e logiche alternative non sono ammesse e di questo fa esperienza il personaggio centrale di Winston Smith che è funzionario esecutivo del Ministero della Verità e come Anna Frank, inseguita in Olanda con i suoi genitori dalla Gestapo per poi essere deportata ed uccisa nel campo di sterminio , tiene un diario segreto in cui annota i suoi pensieri, ricordi ed amene riflessioni, domande e credenze più profonde, che poi nel secondo tempo gli saranno strappate con il lavaggio o meglio la trapanatura del cervello. Egli, stupendamente interpretato da Ninni Bruschetta con un’aria inquieta, confusa, atteggiamento smarrito e preoccupato dall’angherie e soprusi patiti, cerca un po’ di comprensione, sentimento e condivisione affettiva nella giovane Julia, nel cui ruolo si destreggia amabilmente e con doppio gioco Violante Placido, giacché i bambini fin d piccoli sono abituati a fare le delazioni infide al potere, come i “Balilla” e “GUF” al tempo della dittatura del maestro elementare di Predappio prima socialista, che il presidente del Senato rammenta con nostalgia nella parodia “ad hoc” pure di Dario Ballantini ,oggi calatosi sarcasticamente nel generale Vannacci. In fondo qualche sospetto ce l’ha , ma non riesce a resistere alla diabolica tentazione come coloro che si fidavano dei “Kapò” nei lager nazisti;solo più tardi in seguito all’atroci torture che subirà in carcere, come lo strappo delle dita, l’estrazione violenta dei denti e la perforazione della testa con il sangue artificiale che cadrà a fiotti e lo renderà una maschera repellente allo sguardo, scoprirà che ha sbagliato a fidarsi di lei di cui s’è servito il torturatore novello dottor Mengele. A questo straordinario Ninni Bruschetta fa da contraltare nell’antagonista politico il torturatore ed inquisitore O’Brien che, con i panni d’un arrogante e spietato Woody Neri, ad un certo punto osserva a Winston che i ruoli del “Grande Fratello”possono invertirsi ed ora nell’era attuale diventare lui il detentore unico delle certezze come scrutatore dei social, in quanto dalla deriva politica saremmo passati a quella tecnologica come schiavi degli smartphone e “mass media” informatici ,globalizzati a partire da Bill Gates, che a sua volta ha donato 50 milioni di dollari a Kamala Harris considerando un pericolo nefasto per gli USA da scongiurare a qualunque costo la vittoria del condannato per evasione fiscale e violenza sessuale Trump,dopo la sostituzione di Biden e speriamo che non finisca come con Hilary. Alle torture americane nelle carceri dell’Iraq dopo la guerra contro i sunniti di Saddam e nella baia di Guantanamo presa dagli spagnoli nel 1903, corrispondono la Silicon Valley,la Apple Store, l’intelligenza artificiale, se l’uomo non ne saprà mantenere il controllo e sottoporla al suo ponderato bisogno. Insomma nel ventunesimo secolo l’algoritmo è diventato come digitale a cui non si sa rinunciare il “Grande Fratello” ed infatti qualche anno fa eravamo quasi tutti spiati con uno scandalo dilagante, mentre ora il dipendente della Banca Intesa di 28 anni in Puglia è entrato nei conti della Giorgia nazionale, della cerchia di suoi parenti e di molte altre persone con l’apertura dell’indagini in Procura a carico dello stesso e dell’Istituto di Credito per mancato controllo. Il pubblico che vedrà lo spettacolo dovrà chiedersi quale sia la verità nell’epoca delle “Fake news”e se davvero gli sgherri con le tute spaziali avveniristiche agli ordini dell’incarnazione del partito, a mo’ di Putin , di Kim Jo Sung o di Jao Ping, siano diventati gli strumenti digitali che usiamo tutti i giorni e di cui cerchiamo i più sofisticati, assurti a loro infatuati schiavi pure al bagno od in camera da letto. Il tutto è stato reso da una grandiosa macchina teatrale tecnica e sofisticata in cui alla fine gli adattatori Robert Icke e Duncan Macmllan lasciano filtrare un filo di speranza, con la prospettiva che possa essere stato solo un brutto sogno di Winston Smith. In qualche misura è un’attenuazione dell’esasperato e cupo, pur ragionevole e veritiero, pessimismo di Orwell,che nella sua Appendice può essere rapportato all’auspicio di Zeno Cosini nel suo romanzo “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo ovvero Ettore Schmitz che il mondo alla fine della prima guerra mondiale o Grande Guerra nel 1918 potesse avere un rinnovamento catartico ovvero palingenesi di una nuova fondazione. In tale sforzo sinergico d’allestimento non è mancato nulla :scenografie dal Ministero alla casa di Winston, alla prigione con le torture mostruose, musiche struggenti, costumi classici e futuribili, luci stroboscopiche, sangue a fiotti e fluide cascate finto,violenze simulate per fortuna, ma ugualmente orrende ed effetti sonori improvvisi disturbanti, specie per larghi gruppi di pubblico adulto e studenti dell’ultime classi delle superiori,che hanno forse vissuto un autentico incubo. Le stupende scene corrispondenti ai singoli e capitali passi in ritmo ascendente del romanzo solo in parte fantascientifico, tuttavia realmente politico, antropologico e sociale – tecnologico, sono state disegnate da Alessandro Chiti. Il lavoro sarà replicato al Quirino alias Gassman fino al 3 novembre e vi consigliamo per la pregnante attualità di assistervi. La regia perfetta, misurata con accentuazioni calibrate nei passaggi chiave della narrazione ideologica come congetture di potere statale autoritario e spregiudicato per un totalitarismo senza riserve e con crimini ammessi machiavellicamente,è firmata con esaurienti note illustrative da Giancarlo Nicoletti.

Giancarlo Lungarini

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