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Veronica Comez, l’arte fra impegno e sperimentazione

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Artista poliedrica e polivalente, impegnata come freelance nel fornire servizi quali fashion designer, stylist, fotomodella e pittrice, Veronica Comez viene dalle Marche ed è diplomata in multimedia, per poi perfezionarsi a Roma dove ha conseguito un master in comunicazione delle arti presso Cinecittà. Ma il suo percorso formativo, e artistico, è decisamente in rampa di lancio: “Inizierò presto a studiare marketing nel settore moda e successivamente ho intenzione di specializzarmi in comunicazione dello stile – racconta – La moda e l’arte in qualche modo mi hanno sempre accompagnato, fanno parte di me già da quando ero molto piccola”. E sin dalla tenerissima età, Veronica si divertiva a disegnare e creare abiti, per poi fare sfilate per casa convinta di essere davanti a un grande pubblico che applaudiva. Finita la passerella “in house”, eccola che eseguiva un dolce inchino e tornava per mettermi in posa davanti alla macchina fotografica.

Mettersi sotto i riflettori non è mai stato un problema.

Effettivamente mettermi in gioco non ha mai rappresentato un problema, ma sono umana anche io e di conseguenza come tutti avevo le mie insicurezze e paure. Queste però non mi hanno mai davvero limitato nel fare qualcosa: dentro di me c’è sempre stato un senso libertà molto più forte di quelli che potevano essere i condizionamenti esterni e della società.

Il tuo percorso di artista poliedrica passa anche dal non aver mai avuto paura di rimboccarsi le maniche.

Dopo la scuola ho fatto la mia gavetta partendo come addetta alle vendite per negozi più o meno importanti. Lì ho acquisito conoscenze sulla lavorazione dei tessuti e la loro provenienza, inoltre ho acquisito competenze per quanto riguarda l’allestimento del negozio e delle vetrine.

Negli ultimi anni hai avuto modo di vivere diverse esperienze entusiasmanti nel mondo dell’arte.

Ho posato come fotomodella per fotografi, sviluppando un stile comunicativo molto personale, per questo motivo ho avuto modo di partecipare a mostre sulla violenza di genere e mostre pittoriche/concettuali. Ho un senso estetico molto sviluppato, infatti dopo la scuola mi sono occupata di progetti di comunicazione attraverso la moda, Visual e Content Creator. Sono in grado di progettare un abito attraverso il disegno e la progettazione di un modello e mi muovo molto nel nuovo mondo digitale.

Come definiresti il tuo personaggio?

Non amo rinchiudere il mio “personaggio” all’interno di un’etichetta perché in realtà un vero artista è in costante evoluzione, non mi reputo un’influencer poiché il mio compito è quello di ispirare le masse e non di “condizionarle”. Nella vita reale così come nel social come tendenza caratteriale ho l’attitudine a tirare fuori il meglio dalle persone e guidarle verso il raggiungimento dei loro obiettivi senza dimenticare i miei: operare per un bene comune porta a grandi risultati!

C’è un’immagine di te che vuoi veicolare attraversi i tuoi contenuti?

L’immagine che voglio veicolare senza dubbio deve avere un forte impatto visivo, trasmettere carisma e valori, voglio riportare la gente a credere in qualcosa a volte anche parlando di tematiche scomode e attuali reinterpretate in chiave artistica. Stiamo attraversando un’epoca molto complicata, l’arte può essere una cura, un mezzo di comunicazione molto potente attraverso la quale la gente può rispecchiarsi. Ciò che mi infastidisce è la chiusura mentale anche se non è altro che il risultato di grosse lacune culturali, non mi piace chi ostenta quello che non ha o quando entrano nel mio territorio a dirmi cosa devo fare e come devo farlo. Sono aperta alle critiche costruttive ma credo che ciò che si è costruito con sacrificio e senza aiuti vada custodito e difeso. Adoro restare aggiornata riguardo alle nuove tendenze di moda e arte, e cercare di prevedere quelle future, mi piace molto prendere spunto da realtà estere più all’avanguardia.

Anche attraverso la fotografia esprimi te stessa…

Ho “sfruttato” la fotografia per dare corpo alle mie idee, ma se mi guardo indietro, quello che ho sempre cercato di fare non è stato altro che comunicare, attraverso la posa, gli abiti, l’espressione del viso, i colori e le forme e questo si lega molto al fatto che ho iniziato dipingendo su tela cosa che si è rivelata molto utile quando mi sono spostata nel digitale. Ogni forma d’arte alla quale mi sono approcciata ha avuto il suo filo conduttore che mi ha portato fin qui, e adesso sta a me dare un senso a tutto il mio percorso per creare il futuro che desidero.

Che ragazza sei nel tuo quotidiano?

A livello personale poche persone hanno l’accesso al mio mondo interiore, per me è molto più facile creare che parlare delle mie emozioni, non sono mai esibizionista, perché persona e personaggio non esistono, ma sono la stessa cosa moltiplicata all’infinito. Sono gli ideali che muovono le mie azioni perciò a volte ci può volere tempo prima di scoprire che sotto tutto questo esiste un cuore sensibile.

Che aspettative hai per il futuro?

Tra dieci anni spero di aver fatto la mia parte per far sì che questo paese riconosca il lavoro dell’artista come un lavoro a tutti gli effetti, vivere esperienze sempre diverse e spero di avere la possibilità di costruire una realtà che possa aiutare le persone a crescere ed esplorare il proprio talento.

Manuele Pereira

 

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